In concreto, si tratta di trachite euganea, roccia vulcanica estratta dai Colli Euganei che era ampiamente usata nell’area veneta.
Il cippo era uno strumento usato in epoca romana dai gromatici, ovvero, i geometri dell'epoca, come segno di confine nelle operazioni di suddivisione del territorio. Il cippo doveva essere infilato nel terreno per due terzi circa della sua altezza e ne doveva emergere solo nella porzione più alta, quella lavorata. Sulla faccia superiore, infatti, è incisa una croce che rappresenta l’incrocio tra due assi della centuriazione, la cui posizione è indicata rispetto agli assi principali – il cardo e il decumano massimo – che erano orientati rispettivamente in senso nord-sud ed est-ovest. Sulle facce laterali opposte si trovano infatti le iscrizioni “SDII”, da leggere “S(inistra) D(ecumanum) II, e “K”, interpretabile come “K(ardo maximus)”: ciò significa che questo cippo era posto in corrispondenza dell’incrocio tra il secondo decumano posto a sinistra del decumano massimo e il cardo massimo stesso.