Le altre tre, a destra, sono infisse verticalmente su della sabbia; hanno una forma a pera e manici ricurvi, tranne l’ultima, sul fondo a destra, che è stata rinvenuta senza collo. Possiamo delicatamente toccare quella verticale più vicina a noi: notiamo che è alta circa 1 metro ed è provvista di due manici (detti “anse”), sotto l’imboccatura, che permettevano di spostarla.
Le anfore erano grandi contenitori che servivano per trasportare prodotti come il vino, l’olio, le salse e le conserve di pesce e di frutta. Il trasporto avveniva soprattutto attraverso le vie d’acqua, sul mare e sui fiumi: le anfore venivano caricate su barche e navi, dove, grazie alla loro forma, venivano stivate su diversi livelli. Una volta giunte a destinazione, il loro contenuto veniva distribuito in recipienti più piccoli per la distribuzione e per la vendita. Le anfore vuote venivano buttate via e, solo in rari casi, erano riutilizzate per trasportare altri prodotti. Spesso, quelle frantumate venivano usate per creare materiale utile al sottofondo di pavimenti o mura, mentre quelle integre consolidavano il terreno oppure bonificavano e drenavano aree umide.