Per svolgere il mio lavoro devo aver passato esami di geometria, ma anche di astronomia, fisica terrestre e giurisprudenza.
Noi Romani abbiamo sviluppato una grande abilità nella costruzione di strade, acquedotti e città, andando ben oltre le grandi opere dei Greci.
Il ruolo di noi agrimensori è quello di tracciare, sul terreno, le lunghe linee che si incrociano ad angolo retto e dividono il suolo in parcelle quadrangolari, un processo che si chiama “centuriazione”.
Mi chiamano anche “gromatico”, perché lo strumento principale che usiamo è la groma.
Ma non è l’unico. Abbiamo anche altri oggetti che ci servono ad esempio per disegnare… calcolare le distanze… o per scrivere.
Attraverso la centuriazione, noi Romani, riorganizziamo le aree delle nostre colonie e delle nostre province, permettendo lo sfruttamento agricolo di molte zone, che prima erano incolte e infruttuose.
Nello specifico, si tratta di spianare e disboscare; realizzare le strade; prosciugare o arginare le acque; scavare i fossati; preparare i lotti di terreno che verranno estratti a sorte e assegnati ai coloni.
Talvolta anche i fiumi possono essere inclusi nella superficie delle centurie e, spesso, le aree circostanti non divise vengono utilizzate dai suoi abitanti per far pascolare gli animali, per la caccia o per fare legna da ardere o da costruzione.
Le due linee da cui ha origine la centuriazione si chiamano DECUMANUS MAXIMUS, che va da est a ovest, e KARDO MAXIMUS, che va da nord a sud. Sono strade pubbliche e si incrociano in un punto chiamato UMBILICUS SOLI.
Gli incroci tra gli assi centuriali più importanti sono segnati da cippi detti “termini” o “lapides”, che sono “sacri” e non possono essere spostati.
Gli assi centuriali principali, i LIMITES, sono quasi sempre costituiti sul terreno da strade di larghezza variabile a seconda dell’importanza, fiancheggiate da fossati. Il decumano massimo è la più larga e misura circa 12 metri.
Ognuna delle nostre centurie è quadrata e misura 20 actus di lato, praticamente 710 metri o, se vogliamo, poco più di 50 ettari.
Tre assi minori, i limiti intercisivi, che corrispondono a filari di alberi, siepi, fossatelli, suddividono all’interno le nostre centurie in quattro aree rettangolari parallele ai decumani.
Nei campi assegnati, i coloni, soprattutto veterani dell’esercito in congedo, coltiveranno i cereali, come miglio, farro, frumento e orzo; i legumi, come piselli, fave, lenticchie; il lino, la vite e il foraggio per gli animali.
La centuriazione nella quale vi trovate dipende da Patavium, e si trova a nord est della città, che si chiamerà Padova.
Come potete notare, il disegno ortogonale di vie e fossati che abbiamo realizzato nel corso del I secolo a.C. è ancora evidente dopo 2000 anni e ne fa una delle centuriazioni meglio conservate.
Un’opera, della quale essere orgogliosi non trovate?”