Ci troviamo davanti a resti di lastre in terracotta, decorate a rilievo seguendo uno stesso schema: alla base, è raffigurata la testa di un leone; poco sopra, una palmetta centrale e, ai suoi lati, una rosetta a quattro petali doppi.
Nella parte superiore è raffigurato un nastro di fiocchi. Il resto delle decorazioni è costituito da motivi vegetali e floreali. Di solito, erano usate per proteggere e decorare le travi del tetto, le pareti degli edifici e gli stipiti delle porte. Le lastre qui esposte sono prive di fori che consentivano di fissarle alle travi, per cui si pensa che fossero attaccate al muro. Sebbene queste siano bianche, solitamente, le lastre erano dipinte con diversi colori e potevano raffigurare anche altri motivi, come maschere, teste umane o animali.
Una di queste lastre in terracotta è riprodotta nella postazione degli oggetti tattili nella sala verde.
Questi resti sono stati ritrovati nel riempimento di una fossa di scarico, all’interno dell’area di una grande officina per la produzione di tegole e mattoni, attiva dalla metà del I secolo a.C. fino alla metà del I secolo d.C. Non ci sono lastre uguali a queste nel Veneto di età romana, ma esemplari con una decorazione abbastanza simile a questa, anche se di livello più scadente, sono stati rinvenuti a Montegrotto Terme, a sud di Padova, dove ornavano le grondaie di edifici termali. In entrambi i casi, si tratta di rielaborazioni locali del Veneto romano di schemi decorativi di origine centro-italica.