È una coppetta da mensa in ceramica fine, di forma cilindrica, di colore rosso e decorata sulla parete esterna da due piccole spirali a rilievo.
All’interno, al centro del fondo, troviamo, a forma di piccolo piede, il marchio di produzione del vasaio, Lucius Gellius: questo dettaglio ci permette di inquadrare la fabbricazione della coppetta tra il 15 e il 50 d.C. e di identificarne la provenienza dall’area centro-italica, probabilmente dalla città di Arezzo, proprio dove ebbe origine questo tipo di ceramica. Sotto alla coppetta, sulla piccola base esterna, è incisa – con un oggetto appuntito – la scritta “PRIM”, corrispondente alle prime lettere del nome di chi la utilizzava, Primus o Prima. Piatti e coppette venivano riposti infatti nella dispensa capovolti ed era quindi immediatamente visibile a chi appartenesse ogni vaso.
La coppetta è riprodotta nella postazione degli oggetti tattili nella sala verde.
Il vasellame in terra sigillata fu prodotto in Italia – su imitazione di esemplari che provenivano dall’Oriente – ad Arezzo, in altre città dell’Italia Centrale e in Campania a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. Venne poi fabbricato anche nella Pianura Padana e nelle Province Romane, come la Gallia, l’Africa e la Spagna. Lo studio dei marchi di fabbrica, che si trovano solo su una parte dei vasi in terra sigillata, e della loro diffusione, permette di ricostruire i flussi di commercio di questo vasellame, che viaggiava insieme ad altri prodotti, come le anfore con olio, vino e salse di pesce, marmi o insieme agli schiavi. Dall’analisi di questo vasellame e dai dati provenienti dalle anfore, sappiamo che quest’area centuriata intratteneva rapporti commerciali con l’Italia Centrale e con la Gallia, oltre che con le due sponde del Mar Adriatico, con l’Oriente e con l’Africa.